"Il Cross-training tra perseveranza e resilienza" di Alfredo Celentano
Di sovente, alla lettura del
termine Cross-Training l’immaginario collettivo rimanda immediatamente la mente
all’idea che questo sia un surrogato del Functional Training, o del più celebre
(e ricco) Crossfit.
Nulla di più sbagliato.
Il Cross-Training rappresenta il
capostipite di quello che potremmo definire “Fitness 2.0” a cui oggi il mondo è
abituato a guardare, e da cui, conseguenzialmente, ne discendono le
maggiormente rinomate e commercialmente appetibili differenti sopracitate nomenclature.
Tralasciando gli aspetti tecnici
caratterizzanti, le dinamiche e gli effetti che agiscono sul corpo di chi
pratica questa tipologia di allentamento, elementi meritevoli di una più
attenta analisi possono essere quelli coinvolgenti la componente mentale.
Approcciarsi infatti ai protocolli di
allentamento voluti ed imposti dal Cross-Training comporta una forte propensione
psicologia del soggetto/atleta ad impattare un processo di fatica ardua ed
esaustiva che impone, al corpo prima, ed alla mente quindi un forte carico di
stress del sistema nervoso centrale da gestire durante l’arco dell’intera
sessione di lavoro.
Ed è lungo questo frangente
temporale dilatato che la componente psicologica e singolare dell’atleta
interviene manifestandosi attraverso approcci ed atteggiamenti comportamentali
che demandano in toto ai concetti di resilienza e perseveranza.
Soffermandoci sui sopracitati,
intendiamo per Resilienza la risposta capacitiva dell’individuo di rispondere e
reagire alla difficoltà, nel caso specifico intendendo la fatica dell’esercizio
da questi svolto; per Perseveranza invece, la costanza nelle reiterazione del
comportamento/atteggiamento resilienze posto in essere dall’atleta.
Due concetti quindi conseguenziali
e complementari, tanto utili quanto necessari.
Paradossalmente però anche
devastanti, nell’accezione positiva del termine. Perché si, applicare un
approccio resiliente e perseverante all’allenamento prosciuga forze fisiche ma sostiene
di controparte quelle mentali attraverso il sostentamento dell’intrinseco senso
di soddisfazione che accresce l’autostima del soggetto ed il senso di
autoefficacia che influisce sulle proprie azioni.
Aspetti questi che, oltre che agire
direttamente sulla performance dell’atleta, riflette i propri effetti anche
sulla vita quotidiana di questi.
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