"QUANDO I LOTTATORI NON SONO SOLO MUSCOLI" di Simone Caruso
Nell'immaginario collettivo generalmente si ritiene che lo sportivo, concentrando prevalentemente le sue energie sulla performance, la competizione e la preparazione fisica, debba essere per forza manchevole sotto il profilo della conoscenza.
Uno stereotipo forse strisciante da sempre ma rafforzato tremendamente dall'onnipresente personaggio cliché, il classico capitano della squadra di football dei film americani, che è quasi sempre il rozzo bullo e ignorante della scuola.
Per il praticante di sport da combattimento, pugilato, lotta e simili, i più superficiali tendono spesso ad esasperare questo luogo comune ulteriormente.
In fondo a chi, se non a uno stupido, piacerebbe prendere botte?
Disse il pigro stravaccato sul divano.
Mi domando cosa avrebbero da dire però oggi questi saputelli di fronte a Karol Nowina, detto non a caso, “Il Conte”.
Nato nel 1904, lottatore polacco, wrestler professionista e nipote dei leggendari fratelli Zbyszko, uno dei quali immortalato nell'immagine scelta come copertina della pagina, Karol era infatti, oltre a queste cose, anche un avvocato, un pilota dell'aeronautica, un autore e un poliglotta, capace di parlare fluentemente oltre al polacco, sua lingua madre, anche tedesco, russo, inglese, italiano, francese, ceco e spagnolo.
Il Conte eccelleva inoltre in diversi sport tra cui tennis, ginnastica e scherma, a dimostrazione di quanto fosse poliedrico il suo carattere e di come la sua mente dinamica fosse in perfetta armonia con un corpo duttile e predisposto all'azione.
Campione nazionale di wrestling, il Conte si recò poi negli Stati Uniti d'America dove affinò le sue abilità nel Catch As Catch Can, per poi girare il mondo e disputare numerosi incontri con grandissimi atleti della sua epoca in Canada, Messico, Egitto, Cuba, Brasile, Argentina, India e in tutta Europa.
Nel mondo odierno, dove l’ignoranza rischia di essere elevata a rango di valore, è bene non perdere la memoria di personaggi come lui.
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