L'ORSO ROSSO DI SIMONE CARUSO

Per tre olimpiadi di fila: Seoul 1988, Barcellona 1992 e Atlanta 1996, nella categoria dei supermassimi di lotta greco-romana non c'è stata partita.
In tutte queste edizioni della massima competizione planetaria, Aleksandr Aleksandrovič Karelin, si è imposto sui suoi avversari con facilità disarmante, semplicemente sollevandoli di peso come fossero bambini e rovesciandoli senza apparente sforzo, mostrando una forza straordinaria ed una tecnica impeccabile.
Per sei anni di fila, l'Orso Rosso, nato nel posto più inospitale del pianeta: la Siberia, nella cittadina di Novosibirsk, ha dominato sul mondo della lotta senza mai concedere neppure un punto, un misero punto, ai suoi avversari sconfitti.
Dopo 3 ori olimpici, 12 europei e 9 mondiali vinti, l'imbattibilità di Aleksandr sarà rotta solo in finale dei giochi di Sidney 2000, solo quando il pelo dell'orso però, dopo una intensa vita di atleta al vertice del mondo, si era ormai inesorabilmente diradato ed ingrigito.
Lasciata la materassina come agonista, Aleksandr, laureato e con un dottorato in legge, amante della danza e della musica, ha avuto modo modo di dimostrare gli ulteriori aspetti del suo carattere poliedrico dedicandosi alla vita politica ed ancora oggi continua ad occuparsi del mondo della lotta come filantropo e promotore dello sport che più di ogni altro al mondo può dire “suo”.
Per tutta la sua carriera, dall'età di tredici anni, egli ha avuto un solo insegnante, Victor Kunetsov, la cui scuola è ancora oggi fucina di campioni e grandi atleti.
[In foto Aleksandr, esegue il “Karelin Lift”, mossa diventata emblematica del suo modo di lottare essenziale quanto inarrestabile.]

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